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nZEB (Nearly Zero Energy Building): la nuova generazione dell’edilizia

Gli edifici nZEB, ovvero a consumo energetico quasi nullo, si configurano come validi strumenti per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica dell’UE. Facciamo il punto di che cosa sono, quali sono i requisiti e la situazione in Italia.

La comunità scientifica europea ha stimato che i maggiori responsabili del consumo energetico da fonti non rinnovabili e della relativa produzione di gas inquinanti sono la climatizzazione degli edifici e il trasporto su strada.

Settore

% Consumo energia

% Emissione CO2

Climatizzazione edifici

40

36

Trasporti su strada

30

25

Totale

70%

61%

L’Unione Europea (UE) ritiene che un contributo significativo al raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica possa essere fornito dalla ristrutturazione energetica degli edifici ad uso civile (segmento residenziale e terziario), così come dalla realizzazione di strutture ad alta prestazione energetica.

Per questo motivo, la Direttiva Europea 31/2010/CE ha introdotto il concetto di Edifici a Energia quasi Zero (nZEB) e richiede che tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione, a partire dal 2019, siano costruiti nel rispetto di specifici limiti di consumo energetico. Tale obbligo è esteso anche agli edifici privati a partire dal 2021.

 

Cosa sono gli edifici nZEB e qual è la situazione in Italia

 

Secondo la definizione presente nella normativa italiana, l’edificio a energia quasi zero – nZEB (near Zero Energy Building) – è un “edificio ad altissima prestazione energetica, calcolata conformemente alle disposizioni del presente decreto (Dlgs 192/2005, n.d.r.), che rispetta i requisiti definiti al decreto di cui all’articolo 4, comma 1 (DM 26 giugno 2015, n.d.r.). Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta in situ”.

In altri termini, con il termine nZEB (Nearly Zero Energy Building) vengono indicati gli edifici con un consumo energetico quasi nullo ottenuto con:

  • la riduzione della dispersione termica attraverso le pareti esterne dell’edificio,
  • l’ottimizzazione dei consumi attraverso l’uso di sistemi di controllo domotico,
  • l’utilizzo di energia autoprodotta da fonti rinnovabili.

Un edificio può essere considerato nZEB almeno se:

  • l’edificio appartiene alle classi A1 – A4;
  • oltre il 50% dell’energia consumata dall’edificio è rinnovabile e prodotta in situ.

La direttiva 2010/31/UE ha segnato una svolta nelle politiche energetiche europee: mira a raggiungere un consumo energetico quasi nullo per il patrimonio edilizio, trasformando gli edifici esistenti in nZEB. In particolare, con questa direttiva 2010/31/UE, l’UE ha chiesto a tutti gli Stati membri di garantire che:

  • a partire dal 31 dicembre 2018, i nuovi edifici di proprietà e occupati da enti pubblici siano a consumo energetico quasi nullo;
  • entro il 31 dicembre 2020 tutti i nuovi edifici siano a consumo energetico quasi nullo.

Con il DLGS del 04.06.2013, l’Italia ha recepito integralmente la Direttiva Europea, estendendone l’applicazione anche alle ristrutturazioni di edifici pubblici e privati esistenti (Ministero Economia e Finanza, 2013).

Le prime stime dell’Osservatorio nZEB indicano che in Italia gli edifici nZEB sono circa 1.400 (ENEA, 2019). Si tratta di una piccola percentuale rispetto al patrimonio immobiliare che conta 12 milioni di edifici.

Più specificatamente, il 90% degli edifici nZEB è di nuova costruzione, per lo più residenziale e concentrato in Lombardia. Nella maggior parte dei casi, le tecnologie utilizzate sono pompe di calore combinate con il fotovoltaico; d’altra parte, non esiste un’unica soluzione progettuale per soddisfare i requisiti nZEB, ma è necessario integrare diverse tecnologie secondo vincoli economici e progettuali non banali.

Se da un lato, secondo ENEA 2019, i requisiti di cui sopra aumentano i costi di costruzione per il 15%-25% dei costi di ristrutturazione, Figura 1, non riuscendo ad essere coperti dal risparmio energetico nel corso della vita dell’edificio (Energy & Strategy Group, 2017), il valore complessivo dell’immobile risulta notevolmente superiore, così come il comfort abitativo.

Figura 1.a. Costo aggiuntivo in funzione della zona climatica

Tipologia

Edificio monofamiliare

Edificio condominiale

Edificio abitativo ad ufficio

Involucro

4,2%

4,6%

5,3%

Impianti

50,2%

27,4%

28,1%

Totale

22,0%

14,6%

14,0%

Figura 1.b. Costo aggiuntivo medio

Per un edificio nZEB (Nearly Zero Energy Building) è quindi richiesto di:

  • Ridurre quasi a zero il fabbisogno energetico, indicativamente a meno di 14 kWh/mq anno;
  • Con almeno metà di questa energia prodotta da fonti rinnovabili.

Idealmente tale energia rinnovabile dovrebbe essere interamente prodotta da un impianto fotovoltaico installato sul tetto dell’edifico. Per la limitata quantità di energia generabile, questo è possibile solo se l’edificio è estremamente ben coibentato.

Dagli ultimi dati statistici, più della metà delle abitazioni in condominio è in classe G, ovvero consuma non meno di 283 kWh/mq anno. La seguente tabella evidenzia che per un comune edificio in classe G questo impianto FV riesce a soddisfare il fabbisogno energetico di poco più di un piano. Per contro, in un edificio nZEB si rende possibile soddisfare l’esigenza energetica annua di un condominio alto fino a circa 14 piani.

Figura 2. Numero max piani edificio energeticamente soddisfatti da un impianto FV sul proprio tetto

Per contenere il fabbisogno energetico dell’edificio entro il limite sopra indicato occorre innanzitutto che:

  • tutti gli elementi costituenti l’involucro esterno dell’edificio stesso – ovvero muri, tetto, solai e finestre – presentino bassi valori della cosiddetta trasmittanza termica.
  • Tutti gli elementi che costituiscono l’impianto climatico – ovvero il generatore, gli impianti di distribuzione, di regolazione e di emissione (terminali, ad esempio: ventilconvettori e/o radiatori) siano molto efficienti.
 
La soluzione di Strutture Energia: il progetto L.I.S.A.

 

Strutture Energia si pone l’obiettivo di contribuire al raggiungimento della neutralità climatica realizzando progetti di ristrutturazione edilizia così come di nuova edilizia in classe nZEB.

Per edifici di nuova costruzione, Strutture Energia ha sviluppato un progetto di edificio nZEB – denominato progetto L.I.S.A. – che, oltre ad avere altissime prestazioni energetiche, ha la peculiarità di avere:

  • un costo energetico praticamente azzerato;
  • un elevata sicurezza sismica;
  • una facile cantierizzazione;
  • un costo di realizzazione molto prossimo a quello degli edifici tradizionali.

Il progetto è interamente realizzato in BIM 3D con tutti i vantaggi conseguenti riportati nel successivo Paragrafo.

Grazie a tutte queste caratteristiche il progetto L.I.S.A. è stato inserito da ENEA 2018 nel Rapporto Efficienza Energetica (il più importante report del settore dell’Efficienza a cura del Ministero) e presentato nelle più importanti fiere del settore (Saie Bologna 2018 e Convegno Nazionale Aicarr – Firenze 2018). Maggiori dettagli del progetto sono visibili al seguente link.

Più in generale Strutture Energia lavora alla definizione di un nuovo modello urbanistico funzionale alla realizzazione dei cosiddetti Distretti Energetici che l’UE ritiene essere l’elemento fondante di un approccio globale verso l’urbanizzazione sostenibile e la transizione energetica.

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